Esposizione
Come nasce il museo
Alla fine del 2017 la Fondazione Luciano Sorlini ha disposto la ricongiunzione, a Calvagese, dell’intera Collezione di dipinti, suddivisi tra le altre due illustri proprietà: il Palazzo di Venezia sul Canal Grande e il Castello di Montegalda. Alle opere già presenti si sono uniti 84 dipinti, principalmente veneziani e veneti del XVII e XVIII secolo.
L’insieme delle 154 opere spettanti alla Fondazione Luciano Sorlini, e quindi al MarteS, si è ricomposto, grazie ai figli, che, solidali con il progetto paterno, hanno deciso di depositare nel Museo le 29 opere che erano state loro espressamente assegnate.
Questo insieme di dipinti rappresenta, nella sua omogenea identità di appartenenza culturale, il segno distintivo del gusto, dell’intuito e dell’orientamento collezionistico di Luciano Sorlini.
Dalle scelte iniziali al progetto collezionistico
Rispetto alle scelte iniziali, connesse soprattutto alla pittura veneziana del XVIII secolo, Luciano Sorlini affinò sensibilmente il proprio istinto, che lo guidò nella scelta di dipinti non solamente veneziani. È il caso dei due straordinari fondi oro, uno del trecentesco artista noto come Maestro di Panzano, l’altro di Gherardo Starnina (attivo a Firenze tra il 1387 e il 1409). Sorprendenti anche la tavola del pittore ferrarese del Cinquecento Ludovico Mazzolino (già Collezione Costabili) raffigurante la Sacra Famiglia con i Santi Sebastiano e Rocco (1511), la Giuditta con testa di Oloferne del forlivese Marco Palmezzano (1459-1539) e il capolavoro assoluto di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto (1698-1767) raffigurante la Vecchia contadina (già Collezione Monti della Corte).
Eccezionali i recuperi del polittico di Callisto Piazza da Lodi (1500-1561) raffigurante la Natività e Santi (1524) proveniente dalla Chiesa bresciana dei Santi Simone e Giuda Taddeo e delle portelle d’organo di Carletto Caliari (1470-1596) provenienti dalla Chiesa veneziana di San Nicola dei Mendicoli, oggi collocate sulla parete dello Scalone d’ingresso al MarteS.